Meditazione Zen

Tu puoi sentire il suono di due mani quando battono l’una contro l’altra.
Ora mostrami il suono di una sola mano.

Nella nostra scuola la Meditazione “zazen” si fa seduti a gambe incrociate, possibilmente nella posizione del loto. È il momento in cui è possibile immedesimarsi nel respiro. L’attenzione al respiro calma la mente e questo permette di sperimentare stati di coscienza diversi. L’essenza della Meditazione Zen consiste nel fermarsi, fare il silenzio, e rendersi conto che ad un certo punto fra il silenzio, il corpo ed il respiro non esiste più niente. Ci si lascia prendere e in quel momento capiamo di non essere né corpo né mente; superiamo la nostra dicotomia interiore e diventiamo un solo, talmente vuoto, da unirsi a tutto l’Universo. Così, una volta realizzato il vuoto, si può camminare impeccabili nel mondo.

Sedersi immobili e fare “zazen” non è facile, ma una volta compresa questa posizione nessuno potrà levarcela.

Nella nostra scuola si praticano i koan. Koan, che letteralmente significa “documento pubblico”, nel tempo ha assunto il significato di “esempio”. I koan sono uno strumento fondamentale nella pratica del Buddismo Zen Rinzai, potrebbero assomigliare a parabole, dialoghi tra maestro e allievo che presentano un “caso”, una domanda che apparentemente non ha risposta. L’allievo deve mostrare di aver colto la contraddizione insita nel “caso”, recandosi dal Maestro a portare la propria risposta nei momenti rituali della pratica appositamente istituiti (Sanzen).

Questa pratica costringe a lasciare andare la razionalità ed il solito modo di trovare soluzioni, esercitando l’allievo nella comprensione del quotidiano. Di solito è l’allievo a chiedere di ricevere il primo koan. Risolto il primo ne riceverà un altro, e così via. Le risposte devo essere molto concise e stringate, il tempo a disposizione quando si va a Sanzen è limitatissimo. I koan permettono di guardare dentro di sé, di scoprire la propria natura, di illuminarci e poi uscire ed agire nel mondo.

(estratto da “Buddismo contemporaneo”, del Maestro Zen Engaku Taino)